Devo ringraziare assolutamente Nico per avermi messo a conoscenza di questa ricetta ipercalorica sicula, la mia buzza ringrazia. :)
Avete presente i pistacchi no? Quei cosini verdi, bruttini, che non si comprano mai perchè costano un botto e spariscono con la stessa facilità di un cubetto di ghiaccio al sole? (o come un pezzo di formaggio nelle fauci di Pacha!?). Ecco perfavore COMPRATELI. Finiranno lo stesso come sopra, ma godrete come mai nella vostra vita.
un pacco di pistacchi da 250 grammi
una confezione di panna da cucina
sale
pepe
speck (2 o 3 fette)
olio evo
un bavaglio
E' una ricetta semplicissima, banalissima, e ottimissima. Allora innanzitutto mettetevi un bavaglio ben stretto, meglio ancora sarebbe un bel silver-tape da rapimento. Poi iniziate a sbucciare i pistacchi (avete capito il perchè del bavaglio) assicurandovi:
di essere chiusi in cucina
di avere dietro le spalle un supervisore allergico ai pistacchi con machete
di aver legato il cane (con il silver-tape) alla sua cuccia
Se riuscite ad andare a fondo nella pratica senza sgarrare, mettete i pistacchi con un bel pò d'olio nel mixer (o in una ciotola e andate di minipimer o... o col martello, l'ho fatto, funziona). Frullate fino a farlo diventare una pappiccia da vomito dell'esorcista e aggiungete la panna. Poi mettete il pepe e nascondete in una cassetta di sicurezza il composto. Intanto fate la pasta che preferite, penne, fusilli, TROFIE, o... se proprio volete essere crasti, GNOCCHI!
Prendete un padellone e in un pò d'olio fate saltare lo speck ridotto in straccetti. Quando la pasta è fatta (tenete sempre da parte un pò di acqua di cottura), unitela al pesto di pistacchi e ai ricciolini di speck..
Ciò che succede alle vostre papille gustative è l'effetto ola, mentre quello che potrebbe succedere ai commensali è... decisamente questo:
"Lo sapevate che il prezzemolo ha più vitamina C di qualsiasi altra pianta!? E cosa ci diceva la mamma ogni autunno? "mangia le arance che hanno la vitamina C contro il raffreddore". Ecco, ora siamo cresciuti, siamo più furbi e ci imbottiamo di prezzemolo come fossimo dei pesciotti da fare al forno." (da immaginarlo detto da vulvia).
Il taboulè è generalmente un piatto estivo, si mangia freddo di frigo ed è un antipasto limonoso. Ma, secondo la mia idea, essendoci limone (vit. C) e prezzemolo in quantità industriali è un'ottimo alimento-integratore per l'autunno no? Allora iniziamo!
250 gr di prezzemolo (o come dicono a roma 'na cofana)
una cipolla rossa (o 2 cipollotti)
un limone
60 gr quinoa (eh, volendo si dovrebbe fare col bulgur, introvabile o col cous cous.. che era finito!)
un pomodorone maturo
pepe
sale
olive nere
olio evo
Ovviamente questo non è l'originale taboule che non ho mai avuto il piacere di mangiare, ma una rivisitazione. L'unica cosa che so del taboule è che dev'essere praticamente prezzemolo con qualche grano solitario di bulgur o di cous cous (o di quinoa nel nostro caso!).
Quindi dopo essermi arrovellata su come sostituire il bulgur (che si dovrebbe rinvenire a freddo!) con il couscous ho avuto una rivelazione divina, degna dell'arcangelo gabriele, che per oggi chiameremo solo l'angelo della credenza. Tale rivelazione, che a caratteri dorati si faceva strada nella mia mente era, più o meno testualmente: "oh corbezzolina! Ma io non ho neanche un miserrimo granellino di cous cous!" (ok, il mio angelo era più sboccato, ma va bene così)
Quindi ho sostituito con la quinoa che invece va cotta bene (20 minuti) e che è un concentrato di proteine non indifferente!
Quindi cuociamo la quinoa (in acqua salata!), e intanto armiamoci di mezzaluna e tritiamo 250 grammi di prezzemolo... Un lavoraccio... contate anche che il prezzemolo è la pianta in assoluto con più clorofilla... sapete cosa significa? Che è un potentissimo colorante, che macchierà senza pietà, tagliere, pavimento e chi più ne ha più ne metta!
Ma se vi vestite di verde, diciamo... Così, non dovreste avere particolari problemi! :)
In una pausa-tritaggio, mettete la quinoa BEN SCOLATA in un ciotolone con il succo di limone e un filo di olio (per circa 20 minuti). Continuate a tritare prezzemolo (ne avrete per un bel po'!), poi passate alla cipolla, alle olive e al tagliare a pezzettini piccolissimi il pomodoro. Ora unite nel ciotolone tutti gli ingredienti, aggiungete il pepe, mescolate bene, coprite con la pellicola e mettete in frigo per almeno mezz'ora.
Ecco fatto! Ora dovete solo servirlo in coppette carine e ridere del prezzemolo sui denti degli ospiti! (non siate cattivi, mettete a disposizione il bagno con uno specchio!)
E' inesorabilmente tornato l'autunno. La magia delle foglie che cadono, il sole che tramonta con nubi più fredde e... etchiù! Poesia? Magia? Io sono a letto con la febbre, e SOLO questo mi ha permesso di rimettermi a scrivere sul Blog... Ma, tant'è. Quando ancora non ero così raffreddata da scambiare il gusto del gorgonzola con il galbanino, mi sono cimentata in questa ricetta così esaltante che non poteva passare inosservata! QUINDI, bando alle ciance, ai fazzoletti moccolosi (con cui devo anche asciugare il monitor...!!) e al freddo nelle ossa: partiamo con gli ingredienti (che MIRACOLOSAMENTE sta volta li avevo tutti!):
una zucca mantovana (che da pulita dev'essere circa 500 gr)
un uovo
pangrattato come se piovesse
parmigggggiano
pepe
una cipolla media (dipende dal grado di alitosi desidereata)
sale
olio evo
un formaggio a scelta per il ripieno (io ho messo mozzarella, ma vorrei provare con un ripieno di gorgonzola..mmm....)
Ora vediamo di capire come agire senza rovinare la poesia autunnale o far crollare dei saldi principi zen. Prendete il computer e cercate un film a scelta di samurai. Guardatevi tutte le scene possibili con la katana. Perchè? Bhe, io non so che forza fisica abbia un essere umano medio, ma la mia zucca mantovana era un sercio, dura come un sampietrino e resistente agli urti come uno pneumatico. Allora, la zucca mantovana... Infatti, ma perchè!? Io prima di assaggiare l'impasto, mentre bestemmiavo con i miei aiutanti (eh si, ci siamo evoluti!) per cercare di separare la polpa della zucca dalla buccia marmorea, mi chiedevo solo una cosa: MA PERCHE' CAVOLO NON HO COMPRATO LA ZUCCA GIALLA GIA' TAGLIATA!??!? L'unica risposta che mi sento di darvi è che la zucca mantovana, che è questa (o almeno credo lo sia!), è la cosa più dolce e buona che lingua umana abbia mai avuto l'onore di assaggiare. Le papille ringraziano (a anche la bolletta del gas, visto che passa dal marmo al burro in 10 minuti!!!). Però, prima di arrivare a questa consapevolezza angelica, ho passato tutti i gironi dell'inferno con la mia katana, non c'è altra soluzione.
Quindi: allenatevi!
Dopo questo allenamento (che anche senza mare viene bene) direi che potete iniziare ad inveire contro la vostra zucca. Potete farcela! Allora, dopo che sarete ricoperti di filacci di zucca in tutte le parti anatomiche conosciute ed esposte, cercate di eliminare i semi e ricomporre il risultato in tanti dadini di polpa gialla. Riponete con cura la katana, chiamate l'ambulanza per gli eventuali decessi avvenuti in cucina e dedicatevi alla cipolla.
Qui dovrebbe essere facile, tagliatela finemente con una mezzaluna e stop.
Ora, un goccio d'olio in un padellone che riesca ad ospitare comodamente i dadini di zucca (ed eventuali dita mozzate) poi mettete la cipolla e la zucca. Salate bene, fatela saltare e, dopo aver messo mezzo bicchiere di acqua, coprite con un coperchio. Ora dedicate i 10-15 minuti in cui la zucca si cuoce per:
piangere i caduti in questa battaglia con la katana
chiamare i parenti delle vittime
organizzare un funerale
pulire la cucina dai residuati bellici.
Fatto questo, togliete il coperchio, fate evaporare TUTTA l'acquiccia rimasta e trasferite il tutto in un ciotolone. Con una forchetta schiacciate tutto fino a farlo diventare un purè. Aggiustate di sale e pepe e fate raffreddare un po'. (nel frattempo potreste tagliare il formaggio scelto in dadini piccini). Unite l'uovo, il parmiggiano e tanto pangrattatto quanto vi serve per ottenere un composto abbastanza appallottolabile.
Ora, respirate. La cosa migliore secondo me (e secondo tutte le nonne del mondo) è mettere una bacinella piena d'acqua sul tavolo da cucina, ma non contro il malocchio, bensì per bagnarvi le mani in modo che la poltiglia non diventi un secondo strato epidermico sulle stesse. Quindi, con l'accortezza di bagnarvi le mani ad ogni polpettina, fate delle pallette (e non dei polpettoni disumani come ho fatto io per la poca voglia che avevo!). In ogni palletta mettete uno o due dadini di formaggio e fatela rotolare nel pangrattato.
Fatto questo, ungete una padella e mettetele in forno finchè non sono dorate. Oppure, friggetele in padella... tanto la prova costume non si deve più fare!
Il risultato è stato sorprendente e, se siete fortunati come me, avrete ancora qualche aiutante superstite per gustarle, sennò... bhe, potreste sempre invitare i parenti delle vittime! :)